Per operatori e volontari dei progetti territoriali SPRAR del Veneto e di altri enti che si occupano di rifugiati e richiedenti asilo.

Nel 2011 sono state 34mila le persone che hanno chiesto protezione allo Stato Italiano, tre volte il valore del 2010. Un fatto legato agli eventi della cosiddetta primavera araba, con la rivolta in Tunisia prima e la guerra in Liba poi, che ha messo in crisi il sistema di accoglienza e assistenza e richiesto la decretazione dello stato di emergenza umanitaria. La risposta dello Stato italiano si è divisa tra la gestione ordinaria e l'attivazione di un circuito di assistenza emergenziale, coordinato dalla Protezione civile e dalle Prefetture, che ha ulteriormente frammentato la pronta accoglienza dei richiedenti asilo. Nella rete della Protezione civile sono transitate oltre 22mila persone, accolte in centri specialistici ma anche in alberghi e strutture ricettive non convenzionali. Di queste persone, circa millesettecento sono passate per il Veneto, più o meno equamente distribuite tra le sette province, milleduecento delle quali tuttora presenti.
Persone che si sono aggiunte a quelle che, di norma, sono accolte nei cinque progetti territoriali Sprar e che consentono di valutare e comparare il livello ordinario e quello emergenziale.
Un'analisi utile ai fini della valutazione di quanto accaduto nel 2011 e 2012, ma tesa soprattutto ad individuare strategie per uscire dalle gestioni emergenziali e contribuire a costruire sistemi locali più flessibili e adattabili alle inevitabili variazioni che la richiesta di protezione internazionale porta con sé.
È per rispondere a quest'ultimo fine che si promuove una giornata di studio tra i progetti Sprar del Veneto, in stretta
collaborazione con il Servizio Centrale e con il coinvolgimento di altri attori locali.

Martedì 27 novembre 2012, dalle 9.00 alle 18.00 presso Seminario Diocesano San Pio X, via G. Pascoli 53, Rovigo